MARINA BALLO CHARMET (Milano, 1952)
La filosofia e la psicologia, ambiti della sua formazione universitaria, restano punti fermi del suo linguaggio sia esso utilizzato in fotografia o nel video.
Dalla metà degli anni ottanta si dedica alla fotografia, privilegiando soggetti e scene di vita quotidiana, isolati da indicazioni spazio-temporali e contesti determinati, fino ad fargli assumere una connotazione concettuale.
Numerose le mostre personali e collettive in gallerie e istituzioni di rilievo europeo.
GIORGIO BARRERA (Cagliari 1969)
Dopo l’iniziale collaborazione con Joel Meyerowitz, la sua ricerca si intreccia agli interessi per la sociologia: i gesti e i riti che scandiscono la vita quotidiana diventano protagonisti di una rappresentazione che è in bilico tra realtà e finzione. Oltre alla fotografia, Barrera si mette alla prova con documentari e cortometraggi.
FABRIZIO CICCONI (Reggio Emilia, 1964)
Inizia la professione di fotografo nel 1987, focalizzando la sua ricerca sull’individuo e realizzando soprattutto ritratti, come testimonia la sua prima personale del 1991. Dopo un lungo periodo di collaborazioni con istituti culturali e gruppi musicali, la sua ricerca si estende ai luoghi lavorativi e abitati, realizzando campagne pubblicitarie a diffusione nazionale per riviste e agenzie pubblicitarie.
Un lavoro di documentazione di un Kolkhoz in Uzbekistan viene concluso nel 2005 è stato inserito nel circuito della rassegna internazionale di fotografia di Roma.
JEAN LOUIS GARNELL (Dolo, Francia, 1954)
Inizia negli anni ottanta fotografando le periferie di Tolosa e continua con il linguaggio di documentazione quando partecipa alla prestigiosa spedizione fotografica della Datar (Délégation à l‘Aménagement du Territoire et à l‘Action Régionale, 1984) e nel 1989 alla Mission Transmanche. La sua attenzione si sposta qualche anno dopo agli ambienti della quotidianità, agli spazi e oggetti domestici. Dal 2005 insegna all’Accademia di Belle Arti di Marsiglia.
MARCELLO GRASSI (Reggio Emilia, 1960)
Dedicatosi alla fotografia fin da giovanissimo dimostra un profondo interesse per il mondo dell’archeologia che contraddistingue i suoi progetti, condotti in musei italiani ed europei. Nel 1999, in occasione della mostra al Musée Reattu di Arles, Federico Motta Editore pubblica il volume Etruria. Nel 2003 insieme a Fabrizio Orsi realizza il progetto “Luzzara. Cinquant’anni e più…” pubblicato da Skira editore. Nel 2021 pubblica il volume “Archeologia dello Sguardo” con Electa editore.
Ha esposto in personali e collettive in varie città d’Europa dove sue fotografie sono conservate presso musei e istituzioni.
Marcello Grassi è rappresentato in esclusiva da IAGA Contemporary Art
KAI-UWE SCHULTE-BUNERT (Aschersleben, ex RDT, 1969)
A partire dal 1999 si dedica professionalmente alla fotografia lavorando per teatri, compagnie di danza e orchestre in Germania e accompagnando la fotografia di scena con mostre, pubblicazioni. Dal 2002 inizia un percorso personale di lettura del paesaggio, in particolare degli spazi marginali e inabitabili.
Numerose le sue partecipazioni a mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Vive tra Berlino e Reggio Emilia.
FABRIZIO ORSI (Reggio Emilia, 1961)
La sua formazione, basata su studi artistici, si conclude all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino nel 1986.Nel 1995 viene allestita la sua prima mostra personale “Gli attimi della scultura”.
Vince la Targa d’Oro per la Fotografia al “Premio Arte 2001”, indetto dalla rivista Arte e nel 2003 insieme a Marcello Grassi riceve l’incarico dalla Fondazione Un Paese di Luzzara per realizzare il progetto “Luzzara. Cinquant’anni e più…” pubblicato dalla casa editrice Skira in un volume con un testo di Luciano Ligabue.
BERNARD PLOSSU (Dalat, Vietnam, 1945)
Si appassiona alla fotografia durante un viaggio nel Sahara fatto a tredici anni con suo padre e il viaggio resterà il contesto in cui dedicarsi ai suoi progetti, raffinati e intensi reportage. L’uso della fotografia mossa sarà la cifra stilistica del suo linguaggio, traccia del continuo movimento degli occhi e del corpo. Globe-trotter per indole naturale nell’arco di pochi anni si muove tra India, Alpi francesi, Senegal, Egitto, New Mexico, Italia e Nigeria. Le sue fotografie sono state esposte nei più grandi musei del mondo e sono presenti in tutte le collezioni pubbliche e private.
PENTTII SAMMALLAHTI (Helsinki, 1950)
I paesaggi desolati, spesso invernali e notturni, sono i soggetti preferiti per le sue rappresentazioni in cui spazi aperti e ampi, sono resi in modo suggestivo, animati dalla presenza di qualche animale colto in un atteggiamento capace di stabilire una relazione con chi osserva. Alla base della sua ricerca fotografica, i numerosi viaggi in Ungheria, Russia, Turchia, Nepal, Giappone, Irlanda e Inghilterra.
Una cura particolare nella tecnica di stampa consente all’autore di ottenere un libro d’arte la cui qualità sia pari a quella di una stampa originale.
FERDINANDO SCIANNA (Bagheria, 1943)
Abbandonati gli studi di Lettere e Filosofia all’Università di Palermo, segue la giovanile passione per la fotografia che lo porterà a collaborare con Leonardo Sciscia per la pubblicazione di “Feste religiose in Sicilia” (Premio Nadar). Entrato nell’agenzia Mgnum, il linguaggio del fotogiornalismo non viene trascurato, ma riesce a fondersi con diversi registri: il reportage sociale, la fotografia di moda e di pubblicità.
Il lavoro di fotografo è affiancato da un’attività critica e giornalistica che gli ha fatto pubblicare numerosissimi articoli in Italia e Francia su temi relativi alla fotografia e alla comunicazione con immagini in generale.
KLAVDIJ SLUBAN (Parigi, 1963)
Assimilata la lezione di Georges Fèvre sulla tecnica della stampa in bianco e nero, la sua cifra stilistica è caratterizzata da profondi neri e silhouettes retroilluminate. Riferimenti alla letteratura anglo-americana tradiscono la sua formazione universitaria di cui sono permeati i suoi “viaggi fotografici” (Mar Nero, Carabi, Balcani e Russia).
A partire dal 1995, quando non è all’estero, Sluban conduce workshop di fotografia con giovani detenuti e questo suo impegno ha avuto seguito all’interno di campi di detenzione nell’Europa dell’Est – in Ucraina, Georgia, Moldavia e Lituania e nei centri di detenzione di Mosca e San Pietroburgo.